domenica 24 giugno 2012

Marco Signorini

http://www.marcosignorini.it/photoblog/autori/autoriold/reed-rader/

Autore molto interessante il quale trasmette dinamica, energia e carica.

Teoria - obbiettivi, profondità di campo, esposizione e diaframma.

 DIAFRAMMA 
 Il diaframma è un meccanismo interno all'obiettivo, formato da lamelle metalliche sovrapposte, le quali formano un foro regolare che determina il diametro del fascio luminoso (apertura) e quindi l'intensità dell'illuminazione che colpisce il piano pellicola. L'apertura è la dimensione del foro nel diaframma dell'obiettivo, ed è indicato dai valori “f” segnati su un anello dell'obiettivo chiamati stop o diaframmi. I valori più comuni, dal più aperto al più chiuso, sono: f/1.4 – f/2 – f/2.8 – f/4 – f/5.6 – f/8 – f/11 – f/16. Aprendo di un diaframma (o stop), per esempio da f/5.6 a f/4 l'ampiezza del foro nel diaframma raddoppia e quindi permette al doppio della luce di passare, sempre parità di tempo d'esposizione. Il diaframma si comporta come una pupilla, dosa la luce che attraversa l'obiettivo: si chiude quando c'è tanta luce e si apre quando la luce è scarsa. Con diaframma più chiuso (f/11) avremo una maggiore profondità di campo. Il diaframma si può regolare manualmente o automaticamente.



TEMPO DI ESPOSIZIONE

I numeri sul disco selettore dell'otturatore si chiamano tempi d'esposizione. Il tempo d'esposizione (della pellicola), determina la durata d'apertura della tendina dell'otturatore nella macchina fotografica permettendo così, di impressionare la pellicola. I tempi d'esposizione, espressi in secondi, più comuni sono: 1/8 – 1/15 – 1/30 – 1/60 – 1/125 – 1/250 – 1/500 – 1/1000. Variando da 1/125 (un centoventicinquesimo di secondo) a 1/250 (un duecentocinquantesimo di secondo) si dimezza il tempo, quindi si dimezza la quantità di luce che impressiona la pellicola, sempre a parità d'apertura di diaframma. Impostando un tempo d'otturazione veloce si riesce a congelare un azione, mentre con un tempo lento si crea un effetto mosso per esaltarne la dinamicità. Importante è la scelta del tempo d'esposizione perché da esso dipende la nitidezza della fotografia. Il tempo d'esposizione è regolabile sia manualmente sia automaticamente.


PROFONDITA' DI CAMPO


Sulla pellicola si forma l'immagine degli oggetti che si trovano davanti all'obiettivo. L'immagine risulta nitida solamente quando la distanza tra l'obiettivo e la pellicola è corretta (piano focale). Oltre al piano focale abbiamo una zona d'accettabile nitidezza, che è la profondità di campo. La profondità di campo è la distanza fra i soggetti più vicini e quelli più lontani contemporaneamente a fuoco. Sono tre i fattori che influenzano la profondità di campo:
 l'apertura del diaframma, la distanza del soggetto, la lunghezza focale dell'obiettivo.
 Più chiudi il diaframma, maggiore è la profondità di campo. Minore è la lunghezza focale, maggiore diviene la profondità di campo. Maggiore è la distanza tra il soggetto e l'obiettivo, più estesa è la profondità di campo.



Obbiettivi
Gli obiettivi fotografici sono il mezzo attraverso il quale le immagini arrivano ad impressionare la pellicola. L'obiettivo è costituito, oltre che dalle lenti, da una serie di meccanismi di controllo quali il diaframma e il sistema per la messa a fuoco dell'immagine. Gli obiettivi si dividono in base alla loro lunghezza focale, che si esprime in millimetri (mm). La lunghezza focale è data dalla distanza tra il centro della lente e il suo fuoco principale, che è il punto in cui convergono tutti i raggi della luce, quindi maggiore è la distanza, maggiore è la lunghezza focale.

Luca Campigotto

http://www.lucacampigotto.com/home.html





sabato 2 giugno 2012

Maurizio Galimberti

http://www.youtube.com/watch?v=q1TqqdPwffQ&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=RG59eukQhrY&feature=fvw

Maurizio Galimberti è un fotografo italiano che nel 1983 prende vita la sua passione-ossessione per la Polaroid. Decide di utilizzare questo tipo di macchina fotografica per non avere l'insopportabile attesa dello sviluppo per vedere il risultato del suo scatto. Si accorge che la resa dei colori con la pellicola istantanea dà un effetto decisamente particolare, così inizia un lungo percorso di ricerca e di sperimentazione nell’uso di questo media fino ad oggi.

Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto il testimonial ufficiale e che ha come risultato il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid.

Nel 1997 si inizia a vedere l’entrata nel mondo del collezionismo d’arte dei suoi mosaici di polaroid.

Nello sviluppo di questa sua peculiare tecnica hanno grande influenza il futurismo di Boccioni e il movimento cinetico esasperato di Duchamp.


Nel 2005 l’incontro con i Sig.ri Fumagalli, appassionati e collezionisti di arte contemporanea, ha permesso a Galimberti di iniziare la realizzazione di importanti volumi sulle città del mondo come New York, Venezia, Berlino. Inoltre nel 2007 viene fondato l’Archivio NordEst che raccoglie, numera e cataloga le sue opere al fine di valorizzarle e di tutelarne l’autenticità.

Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial ufficiale alla fiera della fotografia delle città più importanti mondiali.





ISABELLA FERRARI





CARLO VERDONE





JOHNNY DEPP



Attualmente lavora ad un prestigioso volume sulla città di Milano in vista dell’Expo del 2015.
Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia.

Teoria sugli obiettivi

TIPOLOGIE DI OBIETTIVI

Gli obiettivi fotografici sono il mezzo attraverso il quale le immagini arrivano ad impressionare la pellicola.

L'obiettivo è costituito, oltre che dalle lenti, da una serie di meccanismi di controllo quali il diaframma e il sistema per la messa a fuoco dell'immagine.

Gli obiettivi si dividono in base alla loro lunghezza focale, che si esprime in millimetri (mm).

La lunghezza focale è data dalla distanza tra il centro della lente e il suo fuoco principale, che è il punto in cui convergono tutti i raggi della luce, quindi maggiore è la distanza, maggiore è la lunghezza focale.


Obiettivo normale

50mm (riferito alla pellicola 35 mm) chiamato in questo modo perché “vede” l'immagine come l'occhio umano, avendo un angolo di campo di circa 45°.
Obiettivi grandangolari

(esempio 35mm, 28mm, 24mm) hanno un angolo di campo superiore a 45° e una gran profondità di campo elevata. Sono ideali per fotografare ampi spazi, creano deformazioni se il soggetto è troppo vicino. Obiettivo 24 mm
Teleobiettivi 

(esempio 85 mm, 105 mm, 300mm) hanno un angolo di visione inferiore a 45° e permettono di avvicinare un soggetto molto lontano. Hanno poca profondità di campo quindi sono utilizzati per mettere in risalto il soggetto, eliminando (sfuocando) i particolari sullo sfondo. Obiettivo 100 mm
Obiettivo 300 mm.
Lo zoom

è un obiettivo che ha diverse focali ed è quindi molto versatile.
Esistono due sistemi per regolare la focale (zoomata): a pompa (one-touch), dove la zoomata e la messa a fuoco avvengono con un unico movimento, e a doppia ghiera, dove messa a fuoco e zoomata avvengono con due movimenti separati.



Obiettivi macro 

sono progettati per ottenere migliori risultati nelle fotografie a distanza ravvicinata.
Per ottenere una buona profondità di campo si utilizzano diaframmi molto chiusi (f16 – f22).
Obiettivo 105 macro
Obiettivi decentrabili 

sono utilizzati soprattutto nelle fotografie architettoniche per correggere il fenomeno delle linee cadenti.
La luminosità è la quantità di luce che può entrare attraverso la lente dell'obiettivo (massima apertura disponibile del diaframma). La maggior luminosità di un obiettivo consente di realizzare buone immagini anche in presenza di poca luce, a parità di pellicola.